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Riorganizzazione Agenzia delle entrate: il lato oscuro della consulenza

17/10/2017 Autore Saverio Cinieri

L’Agenzia delle entrate si accinge a cambiare volto: non solo ente deputato ai controlli, ma soggetto capace di intercettare i problemi dei contribuenti e fornire la soluzione.

E’ quanto traspare dalle affermazioni dei vertici dell’Agenzia in merito al processo di ristrutturazione che l’ente sta per affrontare.

Il riferimento è all’audizione del 17 ottobre 2017 presso la VI Commissione Finanze della Camera laddove si è posto l’accento alla metamorfosi in atto e alla sua evoluzione.

Ma c’è da chiedersi: potrà mai l’Agenzia assurgere al ruolo di “consulente imparziale“? Potrà conciliare il suo ruolo di ente deputato ai controlli con quello di consigliere?

Cerchiamo di capirne qualcosa in più.

La ristrutturazione dell’Agenzia delle entrate

Il riassetto che l’Agenzia delle entrate ha recentemente avviato con riferimento alle proprie strutture centrali è partito con la delibera del Comitato di gestione n. 29 del 31 luglio 2017, approvata dal Ministro dell’economia e delle finanze.

Attenzione: non si tratta di semplici aggiustamenti o riscritture, bensì si sta rivedendo completamente l’impianto organizzativo delle strutture direzionali dell’Agenzia, tenendo conto delle risultanze dei rapporti redatti dall’OCSE e dal FMI sullo stato dell’amministrazione finanziaria italiana.

E qui la storia è sempre la stessa: il “modello agenzia” funziona ma necessita di riorientare l’attività di controllo e accertamento al fine di potenziare la compliance e l’adempimento spontaneo, prevenire ex ante i rischi di evasione ed elusione, anziché tentare di reprimerli ex post e ridurre il contenzioso.

La realizzazione di tale strategia richiede misure che valorizzino il confronto preventivo tra fisco e contribuente, garantiscano certezza normativa e procedurale, realizzino una reale semplificazione dei regimi fiscali e degli adempimenti, riducano l’impatto dell’attività di accertamento sullo svolgimento dell’attività economica dei contribuenti.

Qual’è la direzione in cui si va?

La domanda, a questo punto, sorge spontanea. Come si traducono a livello operativo queste indicazioni che giungono da soggetti sovranazionali?

E qui si iniziano a scoprire le carte.

La strada che si intende percorrere è quella di una ristrutturazione che preveda la creazione di due Divisioni collocate a livello intermedio tra il Direttore dell’Agenzia e le Direzioni Centrali core.

Le Divisioni gestiscono, rispettivamente, le attività di servizio e quelle di consulenza, controllo e contenzioso, intendendo tale termine nella nuova accezione precedentemente descritta.

Sono rispettivamente denominate Divisione Servizi e Divisione Contribuenti, e operano a diretto riporto del Direttore dell’Agenzia. Hanno competenze proprie, relative alle attività comuni, e coordinano ciascuna tre Direzioni Centrali.

Sin qui, parrebbe, nulla di tanto eclatante.

Ma non è così.

Infatti, ascoltando bene quanto affermato in sede di audizione si delinea un quadro ben definito: l’Agenzia delle entrate punta a diventare una sorta di consulente dei contribuenti.

Ma attenzione: questa attività sarà calibrata in base alla tipologia di contribuente distinguendo tra lavoratori dipendenti o pensionati, con un reddito determinato in modo esatto da un soggetto terzo, e soggetti IVA, in cui una determinazione del reddito discrezionale si accompagna al calcolo dell’IVA e ai relativi adempimenti.

La “consulenza” per i soggetti IVA

Tralasciando la prima categoria di contribuenti (che a dire dell’Agenzia ha problemi di poco conto quali individuazione di spese detraibili, rimborsi, versamenti e tassazione degli immobili), l’attenzione cade, in particolare, sui soggetti IVA.

E qui si scoprono definitivamente le carte.

L’auspicio è che anche i soggetti IVA potranno un giorno scegliere di avvalersi della dichiarazione precompilata o di sistemi di fatturazione elettronica e di trasmissione telematica dei corrispettivi, che assorbano gli adempimenti base dell’IVA e non li moltiplichino.

L’intenzione è quella di “trasformare problemi particolari in problemi ordinari” per “spostare un numero crescente di soggetti anche IVA verso i meri utenti di servizi, come precompilata, fatturazione elettronica intelligente e trasmissione dei corrispettivi semplice, utenti con problemi ordinari. L’obiettivo finale è un fisco che abbia ispettori ma anche consulenti-suggeritori …”.

Consulenti-suggeritori, è questo il passaggio che più deve far riflettere.

Leggendo ciò, viene da chiedersi: potrà mai, l’Agenzia delle Entrate fornire una consulenza scevra da “interessi di parte”?

La risposta non è possibile prevederla anche se, pensando che ora con l’accorpamento di Equitalia l’Agenzia ha anche un importante ruolo nella riscossione delle imposte, qualche dubbio è più che legittimo. 

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