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Fatturazione elettronica e dichiarazione IVA precompilata: quali opportunità per i commercialisti

27/10/2017 Autore Saverio Cinieri

Con la fattura elettronica e le dichiarazione IVA precompilata, introdotta per le piccole imprese e i professionisti dalla Legge di bilancio 2018, molti studi professioniali, in particolare quelli che si dedicano principalmente alla tenuta della contabilità e alla consulenza fiscale si sentono direttamente minacciati.

Temono di perdere buona parte del loro core business che verrebbe incamerato dall’Agenzia delle entrate.

Ma è davvero questa la situazione che si prospetta? Sarà davvero una ecatombe di piccoli studi professionali?

Leggendo le nuove disposizioni che parlano di fatturazione elettronica per tutti, abolizione dei registri IVA per le imprese in contabilità semplificata e i professionisti e redazione, da parte dell’Agenzia delle entrate, per queste categorie di contribuenti, della dichiarazione IVA precompilata (ed anche di quella dei redditi), con i corrispondenti modelli F24 già compilati con gli importi da versare, compensare o rimborsare, in effetti, qualche timore sorge.

Il progetto è comunque molto più ambizioso: trasformare i soggetti IVA di piccole dimensioni (quindi imprese in semplificata e professionisti) da contribuenti con “problematiche complesse” a “meri utenti di servizi, come precompilata, fatturazione elettronica intelligente e trasmissione dei corrispettivi semplice, utenti con problemi ordinari” (così si è espresso il Direttore dell’Agenzia delle entrate durante l’audizione tenuta il 17 ottobre 2017 presso la Camera dei deputati).

Ma, andando un pò più a fondo nell’analisi delle norme, forse ciò, anche se realmente accadrà, non risulterà poi così negativo per chi svolge la professione di consulente fiscale.

Le novità della Legge di bilancio 2018

Partiamo dalla situazione normativa che si preanuncia.

Le novità che entreranno in vigore nei prossimi mesi (in particolare, dal 2019) possono essere così riassunte:

  • tutti i soggetti IVA dovranno applicare la fatturazione elettronica con le fatture che transiteranno attraverso il Sistema di Interscambio (SdI) e, quindi, saranno acquisite dall’Agenzia delle entrate in tempo reale; la data di avvio della fatturazione elettronica sarà anticipata al 1° luglio 2018 per alcune categorie di contribuenti (settore carburanti e soggetti subappaltatori nei confronti dell’appaltatore principale nel quadro di un contratto di appalto di lavori, servizi o forniture stipulato con una amministrazione pubblica);
  • per i soggetti passivi che garantiscono la tracciabilità dei pagamenti ricevuti ed effettuati in relazione alle operazioni di ammontare superiore a 500 euro, è prevista la riduzione di due anni dei termini di accertamento sia ai fini delle imposte dirette che IVA;
  • nell’ambito di un programma di assistenza on-line basato sui dati delle operazioni acquisiti con le fatture elettroniche, con le comunicazioni delle operazioni transfrontaliere nonché sui dati dei corrispettivi acquisiti telematicamente, per gli esercenti arti e professioni e le imprese ammesse al regime di contabilità semplificata, l’Agenzia delle entrate metterà a disposizione:
    a) gli elementi informativi necessari per la predisposizione dei prospetti di liquidazione periodica dell’IVA;
    b) una bozza di dichiarazione annuale dell’IVA e di dichiarazione dei redditi, con i relativi prospetti riepilogativi dei calcoli effettuati;
    c) le bozze dei modelli F24 di versamento recanti gli ammontari delle imposte da versare, compensare o richiedere a rimborso.
  • per coloro che si avvalgono degli elementi messi a disposizione dall’Agenzia delle entrate, viene meno l’obbligo di tenuta dei registri IVA acquisti e fatture emesse.

Cosa realmente cambierà per i contribuenti

A leggere le suddette norme (che, si ricorda sono ancora in fase di discussione e non ancora nella versione definitiva che si avrà con la pubblicazione della Legge di bilancio in G.U.), sembrerebbe che l’intera operazione, per i contribuenti, si sviluppa su tre blocchi:

  • obbligo di fattura elettronica per tutti;
  • dichiarazione precompilata;
  • esenzione dalla tenuta dei registri IVA per semplificati e esercenti arti e professioni.

Quindi, sembrerebbe che, da un lato si introduce un elemento di complicazione (fattura elettronica), soprattutto per i soggetti più piccoli e, di conseguenza, meno attrezzati a livello tecnologico, e dall’altro, si introduce una semplificazione con la predisposizione di una bozza di dichiarazione e relativi documenti connessi oltre che con l’esenzione dalla tenuta della contabilità IVA.

Ripercussioni per gli studi professionali

Queste novità che sembrerebbero di segno contrapposto, in realtà, hanno un unico filo conduttore: il cambiamento radicale di mentalità dell’Agenzia delle entrate che vuole trasformarsi da ente deputato principalmente al controllo in ente che si candida a fornire “consulenza” alle pmi e agli esercenti arti e professionali.

Ed è questo il punto che, a detta di molti, costituisce una vera e propria “dichiarazione di guerra” ai professionisti del settore contabile e fiscale: in tutto ciò si paventa un pericolo di estinzione di un gran numero di piccoli studi professionali che basano la loro attività principalmente sulla consulenza alle pmi.

Ma prima di gridare “al lupo al lupo”, occorre, però, chiedersi: questo pericolo è reale? e se si, in quali termini?

Proviamo a dare qualche risposta.

1) fatturazione elettronica

La fatturazione elettronica, per poter essere gestita, necessita non solo di una adeguata struttura tecnologica, ma, soprattutto, di una discreta dose di “cultura informatica“.

Allo stato attuale non è pensabile che soprattutto le imprese e i professionisti di piccole dimensioni siano in grado di gestire autonomamente tale ciclo.

Allora, il ruolo dei commercialisti può essere quello di supportare i propri clienti nella gestione della fatturazione elettronica.

In tutto ciò, alcuni vedono un ridimensionamento del ruolo dei consulenti  che diverrebbero  semplici “passacarta“: a parere di chi scrive, invece, non è proprio così.

Si pensi, infatti, alla possibilità di dedicare a questa attività parte dei dipendenti dello studio che, con il venir meno della contabilità IVA, si troverebbero “disoccupati”.

E comunque, resta sempre a discrezione del singolo studio il grado di consulenza da fornire ai propri clienti (supporto materiale alla fatturazione o semplice assistenza “da remoto”).

2) dichiarazione IVA precompilata

La dichiarazione IVA precompilata (e quella dei redditi) viene vista come una maledizione da parte di molti commercialisti.

Infatti, si pensa che, venendo meno questa attività si restringono notevolmente i campi di assistenza (e, quindi, di guadagno).

Va, però, detto che, con gli  strumenti di cui disporrà l’Agenzia appare veramente difficile immaginare che sarà in grado di fornire una bozza di dichiarazione che abbia la parvenza di “precompilata”.

Forse ciò potrà accadere per i contribuenti con operazioni semplici, ma quando si inizia ad andare un pò più a fondo, l’intervento della “macchina” è di gran lunga insufficiente rispetto alla mente (preparata) di un consulente.

Dunque, la dichiarazione dovrà sicuramente essere rivista a fondo ed integrata dal commercialista/consulente e questo tipo di attività, per il cliente, non sarà sicuramente a costo zero.

3) esenzione dalla contabilità IVA

Anche sulla reale valenza di quest’ultima semplificazione i dubbi sono molti.

Valga questo per tutti: supponendo che il contribuente (si noti semplificato e non ordinario) non debba più tenere i registri IVA, come riuscirà a tener traccia di tutte quelle operazioni che non rientrano nel campo IVA ma che comunque rilevano ai fini dei redditi?

Si pensi, ad esempio, alle spese per il personale dipendente o agli ammortamenti.

Dati questi, si noti bene, utili per predisporre la dichiarazione dei redditi (precompilata???).

E come fare con le richieste degli istituti di credito che per concedere il fido richiedono sovente una situazione contabile patrimoniale?

Tentando di rispondere a questi dubbi, appare evidente come l’eliminazione della contabilità IVA sarà più sulla carta che reale.

E, con essa, rimarrà sulla carta anche buona parte della temuta perdita di lavoro per molti commercialisti, con buona pace delle tante “Cassandre”.

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