Si continua a discutere sull’eccessiva onerosità delle nuove comunicazioni dati IVA introdotte dal decreto di fine anno. Il problema è così sentito, da essere oggetto del primo sciopero dei commercialisti. Se ne chiede, se non è possibile la soppressione, almeno una periodicità semestrale e non, come previsto a regime, trimestrale. Ma ciò potrà mai realizzarsi? Difficilmente se si va a fondo per capire quali sono le vere motivazioni che hanno spinto il Legislatore ad introdurre i nuovi adempimenti.
Le ragioni che, secondo il pensiero di chi scrive, sono alla base dell’introduzione delle nuove comunicazioni dati IVA possono essere divise in due blocchi.
Il primo è legato a questioni di cassa mentre l’altro ha radici molto più profonde e lungimiranti.
Prima finalità delle comunicazioni dati IVA: obiettivo cassa
Il primo motivo che ha spinto il Legislatore ad introdurre le comunicazioni dati IVA è connesso a ragioni di carattere finanziario e cioè legato al recupero dell’evasione IVA.
Si tratta di una vera e propria operazione di persuasione psicologica nei confronti dei contribuenti meno disciplinati.
In pratica, obbligandoli all’invio trimestrale dei dati delle fatture emesse e ricevute, l’Amministrazione finanziaria manda un messaggio ben chiaro a chi ha il “vizietto” di posticipare il versamento dell’IVA.
Tale messaggio può essere così sintetizzato: “Attento, caro contribuente: ho tutti i tuoi dati e posso sanzionarti quando voglio. Quindi è opportuno che tu rispetti le norme e ottemperi con diligenza ai tuoi obblighi fiscali”.
Questo messaggio è rafforzato dal fatto che la norma prevede l’incrocio in tempo reale dei dati inviati con i versamenti effettuati: chi conosce il funzionamento della macchina fiscale sa bene che tali elaborazioni non sarano poi così precise e tempestive, ma tanto basta a veicolare il messaggio di cui sopra.
Seconda finalità delle comunicazioni dati IVA: fatturazione elettronica per tutti
L’altro motivo che ha spinto il Legislatore ad oberare i contribuenti con i nuovi gravosi adempimenti è di natura, per così dire, più “nobile“.
Si vuole dimostrare che ormai è inutile (nonché gravoso) utilizzare i tradizionali sistemi di fatturazione: bisogna passare alla fatturazione elettronica.
Non a caso, per chi sceglie tale innovativo sistema è previsto l’esonero dai nuovi adempimenti oltre che una serie di agevolazioni e semplificazioni fiscali.
Si sa, l’alfabetizzazione informatica degli italiani non è a livelli elevati: soprattutto in alcune fasce di età, c’è ancora una certa diffidenza sull’utilizzo di sistemi avanzati di digitalizzazione delle informazioni e dei documenti, ancorpiù di carattere fiscale.
Allora, per vincere tale diffidenza, introducendo i nuovi adempimenti, si vorrebbe dimostrare la convenienza a passare da subito al digitale.
E l’Amministrazione finanziaria ha tutto l’interesse a che ciò avvenga quanto prima.
Conclusioni
Alla luce di queste riflessioni, forse sarebbe opportuno, da parte dei professionisti che assistono i contribuenti nello svolgimento delle incombenze fiscali iniziare a guardare oltre, a non fossilizzarsi su una inutile, quanto ormai tardiva, protesta.
I giochi, purtroppo, sono fatti e la via è tracciata: facciamo in modo, questa volta, di percorrerla per bene, ma in fretta perché ora più che mai vale il detto “chi tardi arriva, male alloggia”.